I dispositivi angolari del carro, oltre a trasmettere il moto alle ruote, azionano la coppia di molle a balestra che si osserva nella parte superficiale del carro. I pioli delle due piccole ruote angolari, ruotando, urtano ritmicamente le estremità delle due molle a balestra. Il dispositivo angolare del lato sinistro rappresenta un sistema di scappamento del tipo di quelli impiegati negli orologi. Il sistema serve a regolarizzare il rilascio delle molle motrici. Leonardo è ben consapevole che il rilascio di energia di una molla non è costante. Per evitare una partenza a scatto seguita da una brusca decelerazione, Leonardo dota il carro di uno scappamento che garantisce un'erogazione uniforme della potenza, scandita dal ritmato clak sonoro dell'impatto dei pioli con le estremità delle molle a balestra.
Un piccolo disegno presenta un dispositivo essenziale per il funzionamento del carro: il freno a mano a controllo remoto. Esso consiste di un regolo, probabilmente di legno, che può slittare lungo una staffa. Il regolo viene incastrato tra i denti combacianti delle due ruote orizzontali. In tal modo, dopo che le molle motrici sono state caricate, viene impedito alle ruote orizzontali di iniziare a ruotare; di conseguenza, il carro resta fermo. All'anello sulla staffa slittante può essere applicata una corda. Tirando la corda, le ruote orizzontali vengono sbloccate e il carro inizia a muoversi.
Le due grosse molle a spirale, disposte sotto le ruote dentate orizzontali, erogano la forza motrice. Le molle, serrate in un tamburo di legno, vengono caricate in direzione inversa. Leonardo ha fatto spesso ricorso a sistemi di propulsione a molla, soprattutto per meccanismi di orologeria. Le due molle motrici rilasciano l’energia accumulata facendo ruotare in senso inverso le ruote dentate orizzontali alle quali sono direttamente collegate. Le due ruote sono accoppiate e trasmettono l’energia accumulata agli altri meccanismi del carro. La loro connessione diretta esclude la possibilità che Leonardo avesse concepito un meccanismo differenziale. Per la propulsione del carro sarebbe stata sufficiente un'unica molla. Le due molle offrono tuttavia una soluzione più elegante e simmetrica; inoltre, la loro energia si somma.
Tra i molti meccanismi di questo progetto di particolare importanza sono le due ruote dentate centrali, il sistema di scappamento e il freno. Proprio quest’ultimo racconta molto chiaramente come questa macchina poteva essere utilizzata.
L'"Automobile" di Leonardo on-line
Un piccolo disegno presenta un dispositivo essenziale per il funzionamento del carro: il freno a mano a controllo remoto. Esso consiste di un regolo, probabilmente di legno, che può slittare lungo una staffa. Il regolo viene incastrato tra i denti combacianti delle due ruote orizzontali. In tal modo, dopo che le molle motrici sono state caricate, viene impedito alle ruote orizzontali di iniziare a ruotare; di conseguenza, il carro resta fermo. All'anello sulla staffa slittante può essere applicata una corda. Tirando la corda, le ruote orizzontali vengono sbloccate e il carro inizia a muoversi.
Le due grosse molle a spirale, disposte sotto le ruote dentate orizzontali, erogano la forza motrice. Le molle, serrate in un tamburo di legno, vengono caricate in direzione inversa. Leonardo ha fatto spesso ricorso a sistemi di propulsione a molla, soprattutto per meccanismi di orologeria. Le due molle motrici rilasciano l’energia accumulata facendo ruotare in senso inverso le ruote dentate orizzontali alle quali sono direttamente collegate. Le due ruote sono accoppiate e trasmettono l’energia accumulata agli altri meccanismi del carro. La loro connessione diretta esclude la possibilità che Leonardo avesse concepito un meccanismo differenziale. Per la propulsione del carro sarebbe stata sufficiente un'unica molla. Le due molle offrono tuttavia una soluzione più elegante e simmetrica; inoltre, la loro energia si somma.
Tra i molti meccanismi di questo progetto di particolare importanza sono le due ruote dentate centrali, il sistema di scappamento e il freno. Proprio quest’ultimo racconta molto chiaramente come questa macchina poteva essere utilizzata.
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