Leonardo affronta un problema tipico degli strumenti a fiato con tonalità basse: per poter produrre suoni gravi, questi strumenti raggiungono notevoli lunghezze, superando talvolta i due metri. Di conseguenza la distanza tra i fori sulla canna è tale da renderne impossibile l’utilizzo da parte di un singolo musicista, le cui dita possono coprire uno spazio notevolmente più ristretto. Leonardo risolve il problema dotando lo strumento di un complesso sistema di chiavi che fungono da prolungamenti meccanici delle dita, permettendo al musicista di intercettare anche i fori più lontani.
Solo nell’Ottocento l’inventore e musicista Theobald Boehm, sviluppò le moderne meccaniche per flauto e clarinetto, utilizzate ancora oggi per gli ottoni come il sassofono, con un’idea non molto diversa da quella del Genio di Vinci.
Solo nell’Ottocento l’inventore e musicista Theobald Boehm, sviluppò le moderne meccaniche per flauto e clarinetto, utilizzate ancora oggi per gli ottoni come il sassofono, con un’idea non molto diversa da quella del Genio di Vinci.